Aumentano i fondi per un Erasmus più inclusivo

Aumentano i fondi per un Erasmus più inclusivo

Ottime notizie per tutti gli studenti europei. Lo scorso 11 dicembre 2020, Parlamento europeo e Consiglio dell‘UE hanno raggiunto l’accordo per stanziare un finanziamento record da 26 miliardi di euro per il prossimo programma Erasmus+ 2021-2027. Dopo questo incremento, si prevede potranno beneficiare del progetto 12 milioni di persone, numero 3 volte superiore a quello della precedente edizione. Tra queste, l’UE spera di includere sempre più candidati che partono da situazioni di svantaggio: persone con disabilità, in situazione di povertà, che vivono in aree remote dell’Unione o migranti.

L’intesa è arrivata al termine di una negoziazione complicata, proprio alla vigilia dell’accordo siglato dai leader europei sul Bilancio generale dell’Unione per il periodo 2021–2027. “Avessimo dovuto aspettare di più, ci sarebbero state grandi conseguenze per il programma”, ha affermato – senza parafrasare – Kostis Giannidis, Presidente dell’Erasmus Student Network. I fondi per l’edizione 2021, però, sono arrivati in tempo.

Soddisfatta parzialmente Maria da Graça Carvalho (Partito Popolare Europeo), relatrice dell’Istituto Europeo per l’Innovazione e la Tecnologia presso il Parlamento UE: “stavamo spingendo per un budget più alto, ma penso sia una cifra con cui si possa lavorare”, ha dichiarato l’europarlamentare portoghese.

Il programma

Il programma Erasmus – acronimo di EuRopean Community Action Scheme for the Mobility of University Students – è stato ideato nel 1987 in sede UE: deve il suo nome al teologo ed umanista olandese Erasmo da Rotterdam, che, nel corso della sua vita, viaggiò in tutto il Vecchio Continente per studiare le diverse culture che vi coesistevano.

Da allora, offre ogni anno a migliaia di studenti universitari, provenienti dai vari paesi aderenti, l’opportunità di studiare – per un anno o un semestre accademico – in un ateneo di un altro stato partner, facendosi riconoscere – senza problemi burocratici – gli esami sostenuti. L’esperienza non è limitata al mondo accademico: in alcuni casi, i ragazzi possono anche decidere di svolgere tirocini formativi presso realtà estere.

Per dare una misura della partecipazione, stando ai dati raccolti dalla Commissione Europea, nel 2019 – ultimo anno per cui sono state effettuate rilevazioni – l’Erasmus + ha coinvolto circa 940.000 persone e quasi 111.000 organizzazioni; all’incirca 25.000, invece, i progetti messi in campo.

Oltre ai 28 paesi membri dell’Unione, fanno parte del progetto anche Islanda, Liechtenstein, Norvegia (facenti parte dell’Area Europea di Libero Scambio), Macedonia del Nord, Serbia e Turchia.

Nel 2014, il programma ha cambiato denominazione in Erasmus+ per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport.

Aumentati i fondi per un Erasmus più inclusivo

Dei 26 miliardi stanziati – cifra record mai raggiunta prima –, l‘83% sarà destinato alla voce educazione e formazione, il 10.3% a programmi per la gioventù e l’1.9% allo sport.

Comunque cauto Kostis Giannidis, che spiega: “siamo contenti di avere a disposizione un budget più elevato”, ma, prima di emettere giudizi o proclama, “aspettiamo di vedere come verrà distribuito tra le varie sezioni”. In particolare, il tema principale è il modo in cui verrà scomposta la sezione educazione e formazione, che rappresenta “la fetta più grande della torta”. Una volta che la Commissione avrà deciso come spartire i fondi, sarà possibile definire – con esattezza – anche il numero esatto di studenti che potranno beneficiare del programma.

L’aumento di budget è finalizzato anche, se non soprattutto, a rendere il programma più inclusivo a persone che partono da situazioni di svantaggio sociale ed economico. “La maggior parte degli studenti che va in Erasmus ha le possibilità socio-economiche per farlo”, fa notare Giannidis. “Per chi non si può permettere di integrare le borse di studio con le proprie risorse, i finanziamenti UE sono spesso insufficienti”, ha poi aggiunto.

Quasi totalmente esclusi, fino ad oggi, anche gli studenti con disabilità, che rappresentano solo lo 0.14% dei partecipanti totali all’attuale programma Erasmus+. “Un numero molto basso, che vogliamo migliorare nel prossimo programma”, ha detto Giannidis.

Chi, invece, rischia di rimanere fuori dalla platea di beneficiari sono gli studenti provenienti dal Regno Unito: i negoziati per raggiungere un accordo circa la partecipazione dello stato al programma in epoca post-Brexit non hanno, infatti, raggiunto esito positivo. Prevista inizialmente per ottobre, in assenza di accordo, l’uscita dei primi bandi per il programma Erasmus+ 2021 è slittata a febbraio. Procedendo a velocità sostenuta, “gli scambi potranno cominciare in tempo”, ha assicurato Giannidis.


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