Ancora oggi, volare nello spazio è uno dei sogni più gettonati tra i bambini. Riuscire a realizzarlo, però, è un’impresa titanica, preclusa ai più. Nel caso siate degli inguaribili testardi – o semplicemente curiosi – potreste comunque esservi chiesti come si fa a diventare astronauti. La doverosa premessa è che non esistono scuole o corsi universitari che possano insegnare un mestiere così particolare. Ciò che è certo è che ci vogliono almeno 4 anni di addestramento ed uno di selezioni (serrate). Oltre, ovviamente, a tanti altri requisiti – accademici e professionali – che andiamo a scoprire in questo articolo.
Sul proprio sito, la NASA – la famosa agenzia governativa statunitense che si occupa della ricerca aerospaziale – cita tre requisiti fondamentali:
Costituiscono titolo equipollente due anni di lavoro in vista di un programma di dottorato in una materia STEM; una laurea in Medicina o in Osteopatia; il completamento di un programma di scuola da pilota collaudatore riconosciuto a livello nazionale.
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Ma il curriculum di un buon astronauta non termina con i titoli accademici e professionali. Anche chi desidera un futuro in orbita deve avere numerose soft skills. In tal senso, ci viene in contro l’ESA (Agenzia Europea dello Spazio), che – oltre ad un “eccezionale” background professionale nel capo della ricerca, del mondo del lavoro o dell’istruzione accademica, preferibilmente coniugato alla capacità di utilizzare sistemi ed applicazioni informatiche –menziona:
Riguardo quest’ultimo punto, un’esperienza da pilota militare è un quid potenzialmente decisivo per un aspirante astronauta, in quanto indice della capacità di mantenere il sangue freddo in situazioni di difficoltà impreviste.
In ogni caso, prima della partenza (ovvero “a terra”), gli astronauti vengono adeguatamente addestrati a gestire le emergenze, soprattutto imprevedibili (per quelle prevedibili si adottano procedure ad hoc).
In alcuni casi, viene anche richiesto il possesso di un brevetto da sub.
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